Dopo le polemiche dello scorso lunedì, dovute all’approvazione della deroga al regolamento edilizio per l’affissione dell’insegna del nuovo Apple Store Firenze, sul lato esterno degli archi di Piazza della Repubblica e di dimensione maggiore a quanto prescritto, la vicenda del nuovo Store si arricchisce di un nuovo capitolo. Ad entrare in campo è il più vecchio rivenditore Apple italiano oggi esistente, la Dataport di Bientina (PI), divenuta da anni Apple Premium Reseller. La società è presente a Firenze con un punto vendita e assistenza che è sempre stato il riferimento principale per l’utenza fiorentina. A pochi giorni dall’apertura dell’Apple Store Firenze la Dataport ha diffuso un comunicato in cui da ironicamente il benvenuto ad Apple, non senza espliciti toni polemici …
Nel comunicato viene ricordato che il successo della società è stato reso possibile anche dalla dedizione di chi ha continuato a credere nel prodotto e nella filosofia Apple, investendoci del proprio, anche nei tempi bui, quando con il grande Steve Jobs fuori causa i bilanci della società viravano drammaticamente al rosso, mettendone in dubbio la stessa sopravvivenza.
Il comunicato suona come un’accusa contro la politica intrapresa dallo stesso Steve Jobs e proseguita poi da Tim Cook, relativa all’espansione della catena Retail di cui l’Apple Store Firenze rappresenta l’ultimo capitolo in ordine di tempo.
Un’espansione che con la sovrapposizione di molti canali di vendita (Apple Store, Apple Retail Store, Apple Premium Repeller, Apple Shop, altri Rivenditori), rischia di danneggiare le realtà che, seppur importanti e ben radicate sul territorio, non possono contare sui mezzi a disposizione di “mamma” Apple.
Il comunicato Dataport è consultabile sulla Home Page del proprio sito web.