L’AGCM ha pubblicato il bollettino contenente una nuova iniziativa contro Apple per le già note vicende legate alla garanzia legale (garanzia di conformità) e alla comunicazione relativa alle varie coperture di garanzia esistenti. Scrive l’autorità: “Dalle evidenze documentali risulta che le pratiche scorrette sono continuate anche successivamente all’avvenuta notifica del provvedimento“, e ancora: “Le misure adottate da Apple consistenti nella riformulazione delle comunicazioni rivolte ai consumatori non appaiono sufficienti a fornire loro un’informazione chiara e non confusoria sulla garanzia legale tale da assicurare la corretta comprensione dei propri diritti“. Dalla lettura delle carte sembra però emergere una differente interpretazione della cosiddetta “garanzia di conformità” e dei suoi margini operativi rispetto a quanto contenuto nella legge stessa. Vediamo perché …Purtroppo ogni qual volta l’argomento diventa cronaca, tutti i siti web di informazione danno ampio risalto alla notizia, senza mai però spiegare bene la complessa questione, contribuendo così a confondere ancora dì più le idee al lettore/consumatore. Tra questi dobbiamo annoverare anche moltli blog tematici dedicati ad Apple e ai suoi prodotti.
Facciamo allora un breve riepilogo.
Sono 3 le garanzia coinvolte nella vicenda:
– Garanzia legale o di conformità a carico del rivenditore, durata di due anni che diventano 26 mesi in quanto il consumatore ha 60 giorni di tempo per denunciare il difetto dal momento della sua comparsa. Per i primi 6 mesi questa garanzia ha i cosiddetti “super poteri”, nel senso che un qualsiasi problema si presenti entro tale termine si presume che esso fosse presente sin da nuovo. Dopo i 6 mesi prevede l’inversione dell’onere della prova, ovvero è il consumatore a dover dimostrare che si tratti di difetto di conformità;
– Garanzia convenzionale variabile a discrezione del produttore (1 anno nel caso di Apple) che se ne fa carico; copre qualsiasi guasto a patto che non sia stato fatto un uso improprio del prodotto;
– Apple Care, estensione a pagamento.
Le tre garanzie differiscono una dall’altra per durata, copertura e prestazioni.
Apple ha pubblicato una tabella che affianca le tre garanzia proprio per evidenziarne le differenze, ma proprio questa tabella viene ritenuta dall’autorità “ingannevole”.
In merito alla tabella, scrive l’Autorità che essa è “usata per evidenziare alcuni supposti maggiori vantaggi della garanzia convenzionale di 1 anno Apple e dei servizi a pagamento Apple Care, attraverso un confronto improprio fra tali servizi e le prestazioni dovute in base alla garanzia legale, che è invece un diritto ex lege dei consumatori e va prestata gratuitamente e senza limitazioni per qualsiasi difetto“.
Sinceramente non capiamo cosa non vada nella tabella in questione e non capiamo questo accanimento contro Apple in un mercato in cui nessun altro produttore fornisce informazioni generiche o dettagliate sulla garanzia legale, mentre molti rivenditori applicano ognuno una propria interpretazione.
La legge che doveva garantire il consumatore fallisce il suo intento nel momento in cui genera uno scaricabarile tra produttore e rivenditore e stabilisce dopo i primi sei mesi che il consumatore si faccia carico di dimostrare l’esistenza del difetto di conformità. I rivenditori diffondono spesso informazioni errate o fuorvianti, adesso ci si mette pure l’Autorità preposta che scrive in merito alla garnazia legale: “va prestata gratuitamente e senza limitazioni per qualsiasi difetto”.
Ricordiamo però che la legge specifica “difetto di conformità“, che la stessa autorità definisce come segue: “Ai sensi dell’art. 129 del Codice del Consumo, un prodotto ha un difetto di conformità se non è idoneo all’uso al quale servono abitualmente prodotti dello stesso tipo, se non è conforme alla descrizione del venditore in termini di qualità o prestazioni, o se non presenta le qualità e le prestazioni abituali di un bene dello stesso tipo, che il consumatore può ragionevolmente aspettarsi tenuto conto della natura del prodotto“.
Apple ha tempo adesso trenta giorni per impugnare quanto deciso dall’autorità, contestando (in tutto o in parte) o facendo ricorso al TAR del Lazio.
Potete leggere il bollettino completo, la parte che riguarda Apple inizia a pagine 142.
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