Lo sapete qual’è il modo migliore per cercare la risposta ad un quesito ? Se la vostra risposta è porre la giusta domanda siete sulla strada sbagliata. Il miglior modo per ottenere la risposta giusta su Internet non è porre una domanda, ma pubblicare una risposta sbagliata.
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Unicoop Firenze implementa il Salt@LaFila in 60 punti vendita
Dopo Esselunga, che ha scelto di creare code virtuali tramite l’app ufirst, anche Unicoop Firenze ha avviato la sperimentazione in alcuni punti vendita di un sistema per aiutare i clienti di prenotare l’ora in cui poter accedere al supermercato senza fare la fila, ovvero mettendosi in una sorta di fila virtuale e presentandosi al negozio solo poco prima che arrivi il proprio turno. Il sistema si chiama Salt@laFila.
Continua a leggere Unicoop Firenze implementa il Salt@LaFila in 60 punti venditaI dati di 600.000 account email.it in vendita sul dark web
Brutte notizie per i clienti del provider di posta email.it, i dati di oltre 600.000 utenti sono stati sottratti tramite un attacco informatico e sono attualmente in vendita sul dark web. La notizia arriva da ZDNet, che pubblica molti dettagli della vicenda.
Continua a leggere I dati di 600.000 account email.it in vendita sul dark web100 milioni di $ da Facebook per le piccole imprese
In risposta all’emergenza dovuta alla pandemia di Coronavirus, Facebook ha annunciato nei giorni scorsi una serie di iniziative a supporto delle autorità sanitarie americane e delle piccole aziende a livello globale.
Continua a leggere 100 milioni di $ da Facebook per le piccole imprese10 musei da visitare virtualmente – #iorestoacasa
La tecnologia ai tempi del Coronavirus offre tante soluzioni per chi è costretto dal decreto governativo a restare in casa per limitare il contagio tra la popolazione, oppure perchè in isolamento fiduciario o in quarantena. L’intrattenimento la farà da padrona, ma perchè non sfruttare le ore a disposizione per dedicarsi alla cultura ? 10 strutture museali offrono veri e propri tuor virtuali o mettono online le proprie collezioni. Ecco quelli che potete visitare dal vostro divano di casa …
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A seguito dei gravi provvedimenti che il nostro paese ha dovuto mettere in atto per contenere l’epidemia di Coronavirus, uno studio commissionato al Consorzio TOP-IX (TOrino Piemonte Internet eXchange) per la Regione Piemonte, il primo di cui si abbia notizia, ha registrato un consistente aumento nell’utilizzo di Internet. I dati riportati da Matteo Marnati, Assessore Regionale ai Servizi Digitali, indicano un 20% di incremento rispetto allo stesso periodo del 2019 e un 50% di incremento in confronto al mese di gennaio (prendendo in considerazione l’intervallo di tempo trascorso da quando è scattata l’emergenza coronavirus fino al 10 marzo).
Continua a leggere Più Internet e streaming causa CoronavirusCoronavirus – La digitalizzazione a supporto di cittadini e imprese (aggiornato)
Il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione ha promosso un’iniziativa rivolta ad aziende, start-up, associazioni, al fine di definire servizi, soluzioni e modalità di fruizione digitali innovative e gratuite che vadano incontro alle esigenze di cittadini e imprese coinvolti dai provvedimenti presi per arginare l’epidemia di Coronavirus in Italia.
Continua a leggere Coronavirus – La digitalizzazione a supporto di cittadini e imprese (aggiornato)Riconosciuto il diritto d’autore per le proprie foto pubblicate su Facebook
La pubblicazione di foto sulla propria pagina Facebook da parte dell’autore non comporta la cessione integrale dei diritti fotografici. Questo è quanto ha riconosciuto la IX sezione del Tribunale di Roma, sentenziando che la libertà di utilizzo dei contenuti pubblicati dagli utenti con l’impostazione “Pubblica” non riguarda i contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale degli utenti, rispetto ai quali l’unica licenza è quella non esclusiva e trasferibile concessa a Facebook. Il caso è stato seguito dallo Studio Lipani Catricalà & Partners, che ha ottenuto il risarcimento del danno da parte del quotidiano che aveva pubblicato le foto stesse senza alcuna autorizzazione, inclusi danni morali. Fonte
Google converte i banner da Flash ad HTML5
Google ha annunciato mercoledì che è iniziata la conversione degli annunci pubblicitari della propria piattaforma AdWords da Flash a HTML5, un passo che tende a rendere il web più snello e compatibile con un maggior numero di dispositivi, a tutto vantaggio degli inserzionisti e del proprio business. Non tutti gli annunci pubblicati precedentemente potranno essere convertiti nel più efficiente formato, ma ove possibile la conversione sarà automatica. Si tratta di una morte graduale per Flash, iniziata con la mancata implementazione da parte della Apple di Steve Jobs nei propri dispositivi mobili, e proseguita poi con l’inserimento del player HTML5 su YouTube, divenuto poi l’impostazione predefinita. Oggi che la maggior parte del traffico web avviene tramite dispositivi mobili, la scelta diventa obbligata. Flash avrà ancora vita presumibilmente lunga, ma il percorso è un declino costante, a favore di tecnologie più efficienti e sicure.
Il video embedding non infrange il diritto d’autore
La Corte Europea, sollecitata da alcuni giudici tedeschi impegnati su un caso complesso raltivo al diritto d’autore, ha stabilito che l’embedding di contenuti video non infrange il copyright, essendo i click stessi che vengono generati un collegamento al video nella sua posizione originale. L’embedding è stato quindi (secondo noi correttamente) equiparato all’inserimento di un semplice link. La decisione è destinata ad aver effetti importanti in tutta Europa, compreso il nostro paese. La SIAE ed equivalenti enti europei hanno infatti imposto dal 2011 un compenso a carico chi incorpora (embedding) i trailer cinematografici nei propri siti web, con lo scopo di rispettare il diritto d’autore relativo alla colonna sonora. Approfondiamo insieme … Continua a leggere Il video embedding non infrange il diritto d’autore
L’Antitrust indaga su Apple, Google, Amazon e Gameloft per gli acquisti in-app
L’Antitrust italiano ha aperto un’istruttoria per verificare se i modelli di vendita utilizzati da Google, Apple, Amazon e Gameloft nei propri store virtuali e all’interno delle applicazioni siano conformi alle normative vigenti o meno. L’attenzione va in modo particolare alla diffusa pratica di proporre applicazioni gratuite che contengono però al loro interno acquisti in-app, necessari per sbloccare funzioni avanzate, rendere completamente operative quelle presenti o, nel caso dei giochi, acquistare monete virtuali, bonus o boost di varia natura. Nonostante le società abbiano incluso icone o indicazioni specifiche per segnalare questo tipo di applicazioni, secondo l’Autorità c’è la reale possibilità che il consumatore possa erroneamente ritenere completamente gratuite queste App o non in grado di conoscere in maniera preventiva gli effettivi costi. Approfondiamo … Continua a leggere L’Antitrust indaga su Apple, Google, Amazon e Gameloft per gli acquisti in-app
Nuove regole per l’e-Commerce dal 13 giugno 2014
Nuove regole per l’e-commerce dal prossimo 13 giugno, data in cui entra in vigore la direttiva europea 2011/83 approvata lo scorso 26 marzo. L’obiettivo della direttiva è di fornire maggiori garanzie per i contratti a distanza, e si applica agli ordini dal valore superiore ai 50 euro. Il diritto di recesso passa da 10 a 14 giorni dal ricevimento della merce, che diventano automaticamente 3 mesi nel caso in cui il venditore non informi il consumatore relativamente a questa possibilità. Per restituire la merce ci saranno ulteriori 14 giorni di tempo, ed il venditore dovrà rimborsare l’acquirente in 14 giorni dalla comunicazione di recesso (contro gli attuali 30 giorni). Quest’ultimo è un elemento critico e già contestato da molti perchè il venditore si trova costretto a rimborsare l’acquirente prima di aver ricevuto materialmente indietro il prodotto. L’esercente è obbligato a dichiarare i costi che il consumatore dovrà sostenere nel caso debba restituire i beni acquistati, se le informazioni non sono chiaramente indicate il costo della restituzione sarà interamente a carico del venditore. Inoltre, le opzioni aggiuntive e non obbligatorie non potranno più essere selezionate di default (una pratica molto diffusa); ciascuna opzione aggiuntiva dovrà essere esplicitamente selezionata dal consumatore. La direttiva stabilisce inoltre che i contratti a distanza per l’acquisto di beni via telefonica o tramite catalogo vengano considerati perfezionati soltanto a seguito della firma di un contratto cartaceo o digitale (ambito in cui entra in gioco la firma digitale e la posta elettronica certificata).
Heartbleed – Da 2 anni a rischio il traffico web !
Avete sentito parlare di Heartbleed negli ultimi giorni ? Heartbleed è un grave bug individuato nel sistema di crittografia open-source denominato OpenSSL, implementazione open source dei protocolli SSL e TLS, che rappresenta la più diffusa libreria utilizzata per cifrare il traffico web. Il bug è molto pericoloso in quanto permette di rubare informazioni protette con la cifratura SSL/TLS, quella che permette alle pagine di mostrarsi con il lucchetto chiuso ad indicare che sulla pagina è attiva la protezione. Acquisti Online, servizi di remote banking, mail, instant messaging (IM), reti virtual private network (VPN) ecc., sono molti gli ambiti di utilizzo che si è scoperto ora essere potenzialmente a rischio. Alcune dellee versioni di Open SSL contenenti il bug sono in circolazione da due anni, quelle a rischio sono la versione 1.0.1 e 1.0.1f, e la prerelease 1.0.2, presenti in molti sistemi operativi Unix-based e in distribuzioni Linux come Debian, Ubuntu, CentOS, Fedora, OpenBSD, FreeBSD, NetBSD e OpenSUSE. Da qualche giorno sono disponibili versioni aggiornate di OpenSSL che eliminano il problema, ma l’aggiornamento dei siti web e dei servizi che utilizzano le versioni incriminate e la loro tempestività è a discrezione dell’amminstratore o del gestore. Per poter verificare la presenza della vulnerabilità è stato realizzato un sito ad hoc, che però pare non essere affidabile al 100%. Non basterà inoltre effettuare l’aggiornamento perchè le chiavi di cifratura in circolazione potrebbero essere state intercettate, occore quindi richiamarle e generarne di nuove. Tra le società che sembrano aver verificato la presenza del rischio ci sono Amazon e Yahoo, tra quelle che non sono state a rischio, perchè utilizzano differenti implementazoni di SSL/TLS, troviamo Apple, Google e varie banche. Maggiori informazioni sul sito dedicato heartbleed.com.
Facebook compra WhatsApp per 19 miliardi di dollari !
La notizia è di quelle forti, Facebook ha acquisito WhatsApp per 19 miliardi di dollari, la più diffusa applicazione di messaggistica istantanea passa sotto il controllo del più grande social network esistente. Ci sarà da aspettarsi una prossima integrazoine tra i servizi oppure resteranno due entità e due applicazioni differenti ? La messaggistica di Facebook, diciamo la verità, non ha mai sfondato più di tanto, ecco quindi Mark Zuckemberg mettere mano al portafoglio ed effettuare un investimento imponente per un App ed un servizio che fino ad ora sono stati pressochè gratuiti. Lo rimarranno ? Tanti interrogativi dietro a questa operazione. Dei 19 miliardi, 3 andranno sotto forma di azioni ai fondatori di WhatsApp, mentre uno di essi, Jan Koum, entrerà nel consiglio di amministrazione di Facebook. Lo scorso anno Facebook aveva comprato Instagram, portandosi a casa la più importante applicazione per lo scatto e la condivisione di immagini in stile Fotografia istantanea. Facebook, Instagram, WhatsApp … le tre applicazioni forse più utilizzate in assoluto sugli smartphone di tutto il pianeta appartengono al giovane Zuckenberg, che in merito a WhatsAppp assicura gli utenti garantendo che non ci saranno variazioni al servizio, non ci saranno costi aggiuntivi, non ci saranno pubblicità; a quanto riferisce l’accordo non sarebbe stato raggiunto senza questi punti fermi.
Apple si impegna con 100 milioni di dollari nell’iniziativa ConnectED voluta da Barack Obama
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha lanciato l’iniziativa chiamata ConnectED, lanciando un appello al mondo delle imprese, agli insegnanti e alle famiglie, per lavorare insieme in modo da “connettere i ragazzi al 21° secolo grazie alle nuove tecnologie“, e “per fare vivere ancora il sogno americano nel loro futuro“. All’appello hanno risposto i principali colossi USA come Apple, AT&T, Microsoft, Sprint e Verizon. La notizia di questi giorni è l’impegno di Apple, che fornirà 100 milioni di $ in iPad, computer e altri strumenti. Apple si affianca alle iniziative delle altre società impegnate nell’iniziativa: AT&T e Sprint contribuiscono con i propri network wireless fornendo connettività, Verizon ha investito 100 milioni di $ cash ed ha avviato una raccolta fondi, mentre Microsoft ha offerto 12 milioni di copie gratuite di Microsoft Office e sta rendendo disponibile Windows a prezzi scontati. Gli istituti scolastici pubblici coinvolti sono circa 15.000. Il piano ConnectED, annunciato lo scorso giugno, si pone l’obiettivo di aumentare la percentuale degli studenti statunitensi connessi ad Internet dal 20% al 99% entro 5 anni.