Sono passati mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto Mille Proroghe dello scorso mese di febbraio. Tale decreto, abrogando i commi 4 e 5 dell’art. 7 del Decreto Pisanu, quelli che obbligavano alla registrazione dei dati degli utenti che si connettevano ad una rete Wi-Fi messa a disosizione del pubblico o della clientela, rendeva non più necessaria l’autenticazone dell’utente lasciando liberi tutti coloro che desiderano offrire una connessione Wi-Fi ad internet ai propri clienti, di farlo senza problemi, senza nessun adempimento burocratico, senza raccogliere i dati degli utenti in alcuna forma (con la sola eccezione di quelle attività che fanno dell’accesso ad Internet la propria attività principale). L’Italia sembrava improvvismente superare quel gap che aveva frenato pesantemente la diffusione delle reti wi-fi disponibli al pubblico, ma in realtà nulla pare cambiato. Approfondiamo …
Nella migliore delle ipotesi è richiesta una registrazione, a cui segue l’invio di una password di accesso necessaria per autenticarsi, ma in molti casi sono attive procedure complesse e farraginose registrazioni di fatto non più richieste dalla normativa, tali da dissuadere l’utente finale.
Vi abbiamo raccontato lo scorso mese di giugno il caso di Wired e la copertura offerta nel corso delle manifestazioni di Pitti Immagine alla Fortezza da Basso di Firenze nell’ambito del progetto denominato “Sveglia Italia“, e che noi avevamo rinominato “Sveglia Wired“, ma gli esempi sono molteplici.
La possibilità di sfruttare reti Wi-Fi per la connessione ad internet riveste un’importanza ancora maggiore a causa della crescente congestione delle reti 3G, UMTS ed EDGE e delle forti preoccupazioni da parte degli stessi operatori del settore mobile.
L’argomento è stato affrontato (in maniera più ampia) anche da MelaLegale.