I nuovi Mac dotati del processore Apple Silicon M1 stanno arrivando nelle mani dei primi clienti, e iniziano a diffondersi i test eseguiti per analizzarne le prestazioni, con dati che evidenziano prestazioni eccezionali e grande efficienza energetica. Particolarmente interessante il test di compilazione.
TechCrunch ha pubblicato i risultati di una prova eseguita nel compilare codice open source di webkit, motore di Safari, registrando una velocità del MacBook Pro da 13″ con processore M1 doppia rispetto all’ultimo modello con processore Intel. Da sottolineare che tutti i nuovi Mac con processore SoC M1 hanno battuto il MacBook Pro 16″ del 2019, e che con la sola eccezione dell’Air M1, gli altri due modelli hanno pareggiato le prestazioni di un Mac Pro del 2019.
I modelli utilizzati sono i seguenti:
- MacBook Pro 13″ M1 – 8 core, 16GB di ram;
- Macbook Pro 16″ 2019 – 8 core, 2,4 GHz, 32GB di ram, Gpu 5500 M;
- MacBook Pro 13″ 2019 – 4 core, 2,8 GHz, 16 GB di ram;
- Mac Pro 2019 – 12-core, 3,3 GHz, 48GB di ram, Gpu AMD Radeon Pro Vega II 32 GB.
Questi i risultati ottenuti in comparazione diretta:
- 19:32″ per il Mac mini M1;
- 20:11″ per il Mac Pro 2019;
- 20:43″ per il MacBook Pro 13″ M1.
- 25:05″ per il MacBook Air M1;
- 26:56″ per il MacBook Pro 16″ 2019;
- 46:10″ per il MacBook Pro 13″ Intel.
I risultati appaiono in tutta la loro grandezza se paragoniamo il costo di questi modelli:
- 1.159€ per il MacBook Air M1;
- 1.479€ per il MacBook Pro M1 da 13″;
- 6.599€ per il Mac Pro Intel.
Ma al di là delle prestazioni, quello che sorprende ancora di più è l’efficienza energetica. Dopo una sessione di webkit la % residua della batteria è qualcosa di fenomenale:
- 91% per il MacBook Pro M1;
- 91% per il MacBook Pro Air M1;
- 61% per il MacBook Pro 16″;
- 24% per il MacBook Pro 13″.
Il dato si conferma, anche se con differenze minori, nella simulazione di utilizzo reale, facendo mix di navigazione Web e riproduzione di video sul Web. In questo caso i Mac on processore M1 hanno superato del 25% gli altri MacBook.
Per analizzare in prima persona i tanti test eseguiti da TechCrunch, visita l’articolo originale (in inglese).
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