Il Ministero delle Comunicazioni ha messo online la nuova versione del proprio sito web: bello e ad una prima occhiata veramente ben fatto.
Una sezione dedicata agli HotSpot Wi-Fi ha però attirato l'attenzione in quanto parla esplicitamente della FON Community, evidenziandone caratteristiche e diffusione. Si tratta di un implicito riconoscimento di una realtà che si sta diffondendo sempre di più nel nostro come in molti altri paesi, a dispetto di una situazione legale, almeno nel nostro paese, tutta da definire.
Piccola sottolineatura: come noto, nel nostro Paese FON è illegale. Ma
nonostante questo, nella sezione Hotspot WiFi, in fondo all’elenco dei
punti di accesso WiFi in Italia pubblicato dal Ministero (in formato
PDF e XLS) si legge:
Una nota a parte merita la “FON Community” i cui Hotspots non sono
stati riportati ma sono individuabili all’indirizzo
http://maps.fon.com/.
Nato in Spagna il progetto nel tempo ha attraversato notevoli
cambiamenti diventando una iniziativa commerciale su scala mondiale.
Mira ad una copertura del territorio in banda larga wireless su base
collaborativa trasformando ogni associato in un “hot spot” Wi-Fi
condividendo parte della propria connessione ADSL flat e ottenendo
accesso gratis nei FON spots della Community nel mondo.
ATTENZIONE però, il “Codice delle Comunicazioni Elettroniche” meglio
noto come “Legge Gasparri” stabilisce che le tecnologie wireless, ed in
particolare le IEEE 802.11a/b/g, meglio note con il nome commerciale di
“WiFi”, possano essere usate solo in ambienti privati, e non devono
essere utilizzate od anche solo attraversare suolo pubblico.
Inoltre per fornire accesso commerciale a terzi è necessario essere a tutti gli effetti degli ISP.
Un “Fonero”, così vengono chiamati gli appartenenti alla “FON
Community”, viola con certezza, se non tutti e due i punti, senz’altro
il primo inoltre molti contratti ADSL vietano la rivendita e la
cessione a terzi del servizio.
C’è poi il “Decreto Pisanu” che obbliga, chiunque fornisca accesso
pubblico a reti telematiche, ad identificare gli utenti ed a conservare
registrazione degli accessi.
Stando a quanto dichiarato da FON la Community si è molto ampliata ma a
tutt’oggi non risultano precisate, in Italia, né lo status legale di
Fon né le relative responsabilità legali dei “Foneros” italiani.
Insomma, il Ministero delle Comunicazioni dimostra di conoscere questa
realtà e sa che nel nostro Paese la community si sta allargando. Fine.
Il problema della legalità resta lì, ancora da affrontare, con due
leggi che a tutt’oggi lo vietano.
Non è una questione di lana caprina: se è illegale, perché parlarne? E’
come se sul sito del Ministero dei Trasporti si parlasse di strade ed
autostrade che invitano gli automobilisti a premere sull’acceleratore e
a correre oltre i limiti di velocità, azione vietata dal codice della
strada. Al di là dell’esistenza di limiti poco proponibili sulle strade
italiane (sia perché ridotti o eccessivi), sui siti istituzionali –
giustamente – non si fa cenno nemmeno da lontano dell’eventuale
possibilità di superare i limiti di velocità in talune circostanze,
perché c’è in gioco la sicurezza dei cittadini.
Parlare di FON sul sito del Ministero delle Comunicazioni, invece,
significa mettere in discussione proprio le due leggi che ne vietano la
diffusione. Come a dire “è illegale, però esiste”, ed esiste anche per
il fatto che non c’è una concreta opera di repressione in tal senso.
Per cui forse varrebbe la pena affrontare il problema, proprio dal
punto di vista della legalità, e risolverlo. O no?